Lanza del Vasto servitore della pace (poema)

Pascal Rouillard (1952)

(traduzione libera)

Il tema di costruire una comunità ideale e anche dispensatrice di novità era quello che avevo scelto per la mia tesi di architettura; iniziai dunque questo progetto dedicandomi a molte letture, e, avendo amato il libro Pellegrinaggio alle sorgenti, considerando il suo autore pieno di risorse, decisi di andare a vivere un campo estivo all’Arca con l’intenzione d’incontrare il Patriarca.

In un luogo chiamato la Flayssière, partecipai alla vita quotidiana di gente assai emancipata , esercizi, lavoro, pasti autoprodotti, canti meravigliosi e danze sui prati nelle veglie della sera.

Il padrone di casa e Pierre Parodi tenevano incontri mattina e pomeriggio parlandoci di vita in comune, ecologia, temi spirituali o di pedagogia.

Durante colloqui privati conobbi Lanza del Vasto, vera eminenza, e osai pregarlo di far parte della giuria che avrebbe deciso della mia tesi.

Nato vicino a Brindisi, nel sud dell’Italia, Giuseppe Scanza-Lanza bambino ricevette una buona educazione dal padre Luigi Giuseppe, di famiglia nobile, proprietario di terreni agricoli.

La famiglia iniziò la sua vita non lontano dal mare, e i bambini frequentarono in quel luogo la scuola primaria. Poi la coppia ebbe dei problemi e la madre con i figli si trasferirono a Parigi.

Giuseppe fu iscritto al Liceo Condorcet dove studiò i grandi autori francesi. Poi scelse di approfondire la filosofia all’università di Firenze e Pisa, e iniziò a scrivere.

In parte convertito da Tommaso d’Aquino e iniziato al disegno da Giovanni Costetti, cercava l’equilibrio tra fede e ragione, scienza e arte, abbattendo ogni muro.

Come autore prese il nome di Lanza del Vasto iniziando a pubblicare alcuni scritti. Si dedicò poi a percorrere l’Italia a piedi e a viaggiare molto. Si legò di amicizia a Luc Dietrich, poi, ispirato dalla Bibbia e dalla lettura di Romain Roland, decise di recarsi a conoscere Gandhi, il padre dei nonviolenti. Rimase da lui tre mesi, e un anno in India. Tornò con il nome di Shantidas, o Servitore della pace, datogli da Gandhi stesso, fermandosi, sulla via del ritorno, a Rodi, al monte Athos e a Nazareth.  Durante la guerra visse in Svizzera e in Provenza e strinse amicizia con René Daumal.

Sposò Simone Gibelin, alla quale diede il soprannome di Chanterelle. Assieme riscoprirono canti popolari e dei menestrelli e pubblicarono musiche religiose, profane, innovatrici o classiche.

I suoi libri di morale e di filosofia, di elogio della vita semplice e contraria al profitto, fecero conoscere il suo messaggio ricco d’ideali, contro la violenza e i quattro flagelli.

Volendo fondare un luogo di vita comunitaria, passò per alcuni tentativi prima di trovare finalmente la terra ove l’Arca si poté radicare e divenire un modello.  Quando morì il fondatore questa gli rimase fedele.

Shantidas fu innamorato di arte e di libertà, impegnato per la pace, l’amore e la verità.  Vi consiglio di ascoltarlo di più e considerare seriamente il suo valido messaggio.

Pascal Rouillard

Arles, il 17 febbraio 2022