Paralleli fra Lanza del Vasto e Raimon Panikkar, di Fèlix Saltor
Di seguito, la traduzione di un articolo del professore Fèlix Saltor, nel quale vengono proposti alcuni parallelismi tra Lanza del Vasto e Raimon Panikkar, scrittore catalano del XX° secolo, dottore in filosofia, chimica e teologia, e annoverato fra gli specialisti del buddismo.
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1. Le loro vite
Giuseppe Giovanni Lanza di Trabia nasce nel 1901 a San Vito dei Normanni (Puglia), da padre siciliano e made belga, ambedue cattolici, e muore a Murcia (Spagna) nel 1981; adotterà come nome di artista e scrittore “Lanza del Vasto” (avendo fra i suoi antenati i marchesi del Vasto). Lanza frequenta il liceo a Parigi e torna in Italia per gli studi universitari; Laurea in filosofia a Pisa con la tesi: Approcci della Trinità spirituale. Percorrerà a piedi l’Italia e l’Europa.
Raimundo Pànikkar Alemany nasce nel 1918 a Sarrià (Barcellona), da padre indiano e indù e madre catalana e cattolica. Muore nel 2010 a Tavertet, vicino a Barcellona; modificherà in seguito il suo cognome e si farà conoscere come Raimon Panikkar. Studia a Madrid, in Germania e a Roma: laurea in filosofia, teologia e chimica. Entra nell’Opus Dei e viene ordinato monaco (prima tappa). Diventa direttore di riviste e si occupa di ricerche scientifiche.
Tutti e due hanno rapporti con l’India. Lanza parte a 36 anni per incontrare Gandhi e conoscere il suo ashram a Wardha (rimane inizialmente un anno in India, poi vi tornerà quattro volte durante la sua vita); intraprende un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Di ritorno in Francia, fonda le comunità dell’Arca, come “ordine gandhiano d’Occidente”. Anche se vive in comunità (a Tournier, poi Bollène e La Borie Noble) viaggia nel mondo intero per predicare la non-violenza gandhiana. E’ l’autore di oltre 50 libri in francese, e in italiano (alcuni tradotti in sette lingue) - numerose ristampe.
Panikkar fa il suo primo viaggio in India a 36 anni (vi resta 3 anni e mezzo la prima volta, e vi ritornerà frequentemente). Visita Wardha dove aveva vissuto Gandhi. Durante il suo secondo viaggio fa un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Di ritorno in Europa inizia una seconda tappa della sua vita lasciando l’Opus Dei. Si dedica alla ricerca in varie università in India e negli Stati Uniti (Harvard, Santa Barbara). Nel 1987 si stabilisce a Tavertet, dove crea la Fondazione Vivarium. Scrive oltre 50 libri in diverse lingue: le sue Opera Omnia in italiano, francese, inglese e spagnolo sono in corso di pubblicazione.
Si verificano anche altre coincidenze nelle biografie di Lanza e di Panikkar : tutti e due parlano diverse lingue e presentano varie particolarità; tutti e due sono mediterranei, viaggiatori, pionieri dell’interculturalità e del dialogo interreligioso, e considerati come ponti fra Oriente e Occidente, come maestri spirituali, ecc…
2. Il loro pensiero
Anche se interessanti sono i parallelismi nei loro scritti, ancora maggiiormente lo sono quelli che riguardano le loro biografie.
a) Sia Lanza che Panikkar raccomandano, come strumenti spirituali, il silenzio profondo e la meditazione, nel senso orientale di svuotare la mente. Invitano a rendersi “presenti al presente”.
b) Tutti e due consigliano di fuggire dalla frammentazione della vita in compartimenti separati: vita familiare, lavoro, vita sociale e politica, vita spiritale, divertimenti, nella ricerca di raggiungere una unità di vita, una unica vita integrale che si esprima nei vari campi di attività, una vita in pienezza. Sia l’uno che l’altro, venerano le Scritture di tutte le tradizioni, e leggono sia i mistici dell’oriente che dell’occidente.
c) Hanno uno sguardo integrale sulla realtà, senza separazioni in varie discipline. In particolare, né Lanza né Panikkar vedono opposizione tra filosofia e teologia, tra fede e ragione. Parlano volentieri di una unica molto antica sapienza. “Filosofia e Teologia: una distinzione superata”, scrive Panikkar.
d) Sia l’uno che l’altro considerano Dio come allo stesso tempo prossimo e lontano. Lanza dice che Egli è “nell’infinito dei cieli e nell’ombra del cuore come un infimo seme”.
e) Sia l’uno che l’altro affermano che “tutto è in relazione con tutto” e che “tutto è tridimensionale”. Per Lanza ogni cosa presenta un aspetto interiore (1), un aspetto esteriore (2), e la relazione tra il suo interiore e il suo esteriore (3). Se nello spazio esteriore ogni cosa è esteriore ad ogni altra cosa – e se si vuole avvicinarle troppo entrano in collisione – nello spazio interiore ogni cosa è interiore ad ogni altra: e dunque in inter-relazione.
Per Panikkar, secondo la sua intuizione “teantropocosmica” (o “cosmotendrica”, termine più eufonico) ogni realtà ha una dimensione divina, spirituale e misteriosa (Dio, Teos in greco), una dimensione umana, razionale e intelligibile (antropos), e una dimensione cosmica, fisica e empirica (kosmos). Non sono tre livelli ma tre dimensioni interdipendenti che si possono riassumere così: “guarda, pensa, contempla”.
E se tutto è in relazione con tutto, cosa ne è dei supposti “contrari”, come acqua-fuoco, anima-corpo, femminile-maschile, yin-yang, ecc.? Lanza riprende la coincidentia oppositorum di Ramon Lull, Nicola Cusano ed altri, e risolve l’opposizione dall’alto (completudine o sintesi). Panikkar scioglie i dualismi: “si possono distinguere, ma non separarli”, e facilita la comprensione advaita come “a-dualità” (meglio espresso che “non-dualità”): “né uno né due”, non si tratta di questione numerica.
f) Riguardo all’aspetto interculturale, tutti e due dicono che bisogna essere radicati nella propria cultura e aprirsi agli altri per una mutua fecondazione nel dialogo, che per Panikkar non deve essere dialettico, ma dialogico.
Lanza, è radicato nella cultura italiana e in quella francese e per estensione europea. Panikkar è radicato da parte di madre nella cultura catalana e per estensione in quelle dell’Europa occidentale; e per parte di padre, nella cultura malayalam del Kerala e per estensione in quelle di tutto il subcontinente indiano.
Per l’aspetto specificamente interreligioso, Lanza si sente radicato nel cristianesimo, mentre Panikkar, inizialmente radicato nel cristianesimo, scopre in seguito l’induismo e il buddismo.
Sia l’uno che l’altro si sono aperti alle altre tradizioni. Lanza paragona le religioni ai fiori di un giardino: “Se penso che la rosa sia il più bel fiore fra tutti i fiori, non sono per questo obbligato a sputare sui gigli, né a calpestare le violette e i fiori di campo”. Panikkar scrive: “Si deve essere radicati nella propria tradizione ma aperti a tutte le altre”, aperti al mistero della vita, a un “ecumenismo”distinto da ogni sincretismo.
g) Sia l’uno che l’altro difendono la natura, “l’integrità della creazione”. Non solo dal punto di vista scientifico, come fa l’ecologia, ma aggiungendovi una spiritualità trascendente. Panikkar utilizza la parola “ecosofia”. Dobbiamo cercare di ascoltare la sapienza della stessa terra, che è sacra. Prefigurano quindi ”l’ecologia integrale” di cui parla papa Francesco nell’enciclica Laudato si’.
E’ una visione che si oppone all’industrializzazione su vasta scala che provoca la contaminazione della terra, dell’acqua e dell’aria, la distruzione di molte specie, l’aumento degli scarti sociali, ecc., che sia l’uno che l’altro denunciano. E’necessario smascherare il mito occidentale del “progresso”, idolo della tecnica moderna. E ciò corrisponde alla critica del “paradigma tecnocratico” della Laudato sì.
h) Ambedue scrivono sulla pace e lavorano per la pace. Il nome che Gandhi diede a Lanza è Shantidas, “servitore di Pace”. Il volume dell’omaggio a Panikkar pubblicato nel 1989 (multilingue, 50 autori) ha come titolo significativo: Philosofia pacis.
3. Due linee parallele
Sebbene le loro vite, con uno scarto di 18 anni, si siano svolte negli ultimi decenni, non si sono incrociate, salvo una sola volta all’Università di Santa Barbara (California), nel 1974.
Nei suoi viaggi, Lanza teneva le sue conferenze, aperte al pubblico, in locali che gli Amici dell’Arca riuscivano a trovare per lui nelle varie città. Panikkar ha insegnato in ambienti accademici e universitari e, nell’ultimo periodo della sua vita, si è impegnato per la difesa della natura.
In geometria, due linee parallele non si incontrano mai. Così è avvenuto per le vite e gli scritti di questi due pensatori. I libri di Lanza non citano mai Panikkar, e quelli di quest’ultimo non citano mai Lanza. Allo stesso modo, la ventina di tesi di laurea su Lanza non parlano mai di Panikkar, né la quarantina di tesi di laurea su Panikkar di Lanza, se non marginalmente.
Ma dato che due linee parallele “si incontrano all’infinito”, penso che le loro anime si saranno finalmente incontrate nel seno della Relazione Infinita.
Per maggiori informazioni su Raimon Panikkar vai su www.raimon-panikkar.org